05 janeiro, 2011

IL TEST D’ITALIANO FRENA I PERMESSI DI SOGGIORNO

corrieredelveneto.it

Primo mese, domande dimezzate. Prefetture e Acli: «Immigrati intimoriti dall’esame»

VENEZIA — Meno di 500 in tutto il Veneto. Sono gli stranieri che dal 9 dicembre, cioè da quando il decreto ministeriale del 4 giugno ha reso obbligatorio il test di italiano per ottenere il permesso di soggiorno a tempo indeterminato, hanno fatto la domanda on-line per iscriversi alla prova di lingua e poter poi agguantare il tanto sospirato documento che fa da anticamera allo status di cittadini. Un numero contenuto, se si pensa che nel 2010 le richieste del «permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo », come si chiama in gergo tecnico, sono state più di 13 mila. Oltre mille al mese, il doppio rispetto a quelle inoltrate a partire dal 9 dicembre. Il test, insomma, sembra aver frenato il normale ritmo delle domande. E in effetti spulciando nei database delle Prefetture, incaricate di raccogliere le iscrizioni telematiche alla prova, si nota che le richieste sono qualche decina per provincia: a Padova solo 31, poca cosa rispetto alle mille arrivate nel 2010 e previste anche per il 2011. «Un dato bassino, ma siamo solo all’inizio», spiegano i funzionari. 

A Vicenza 139, già di più: però sentendo le stime della Questura, che parla di 5-6 mila aventi diritto alla richiesta del permesso, siamo ancora agli esordi. A Venezia le richieste sono state 66, pochine rispetto alle mille che si stima dovrebbero arrivare nel 2011. A Treviso ne hanno ricevute 88 e a Verona 70 contro le oltre 5mila recapitate in Questura durante il 2010. E anche se i funzionari di Questure e Prefetture tengono a precisare che le stime sulle domande in arrivo nel 2011 vanno prese con le pinze, perché non tutti coloro a cui scade il normale permesso di soggiorno chiedono quello a tempo indeterminato, si può dire che in questo primo mese di «nuovo corso» il timore per il test abbia pesato sulla scelta degli stranieri di presentare la domanda. «Chi si è iscritto finora - spiegano dalla Prefettura di Venezia - probabilmente non teme la prova perché conosce abbastanza bene l’italiano, oppure è un temerario che non ha paura di buttarsi. La nostra ipotesi è che molti stranieri aspettino di vedere come vanno le prime sessioni dell’esame prima di iscriversi». In effetti di questo test non si sa ancora molto: il decreto parla di una prova equivalente al livello europeo A2, quello pre-intermedio o «di sopravvivenza ». Lo straniero deve rispondere correttamente all’ 80% delle domande per superare l’esame e poter mandare avanti la richiesta del permesso. 

Di fronte a queste poche informazioni, molti immigrati hanno preso d’assalto i patronati Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) nei giorni precedenti il 9 dicembre per fare la richiesta prima dello spartiacque. «In tanti hanno voluto evitare l’esame - raccontano dal patronato provinciale di Padova - d’altronde per gli stranieri la prova di italiano è un disagio in più, soprattutto fino a che non si capisce bene in cosa consista». «Per la paura, dei cinesi hanno deciso di rinnovare il permesso biennale e di non fare nemmeno la richiesta di quello a tempo indeterminato», raccontano dal patronato di Venezia. E da quello di Verona spiegano: «Gli stranieri ci hanno chiesto tante informazioni sul test ma noi non avevamo nemmeno una simulazione da distribuire per rassicurarli». Di fac simile ancora non ne esistono, ma l’Ufficio scolastico regionale per il Veneto sta per pubblicare le linee guida su cui si baseranno gli insegnanti per preparare le domande. «Si tratta di un test non elementare ma nemmeno insostenibile - assicura Stefano Quaglia, ispettore dell’Ufficio - Lo straniero dovrà dimostrare di saper interagire in situazioni quotidiane, a livello parlato, di ascolto e scritto». Si parte con gli esami il 3 febbraio nelle province di Belluno, Padova, Treviso e Venezia e l’8 a Rovigo, Verona e Vicenza. Le sessioni saranno sei in tutto l’anno. 

Alessandra Dal Monte

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